Aeronautica, italiano od inglese

Le comunicazioni che si ascoltano con uno scanner su bande oltre i 50 MHz, come ordine di grandezza, sono tipicamente locali per via della caratteristica propagazione dei segnali che su tali frequenze non si allontana troppo dall'orizzonte ottico. Questo significa che monitorando le emissioni di radioamatori, stazioni marittime, servizi civili, ecc., si ha modo di coprire l'ambito territoriale che dalla propria città si espande alle provincie vicine. Questa realtà porta ad ascoltare dei messaggi che per la quasi totalità saranno in italiano, facilmente comprensibili anche in presenza di termini specialistici connaturati con il servizio radio che si sta seguendo. Nel comparto dell'aeronautica la situazione muta invece in modo radicale. La differenza non è data tanto dall'aumento delle distanze massime in ricezione, gli aerei come intuibile dalla loro posizione si possono ascoltare fino a centinaia di chilometri senza troppi problemi ovvero anche oltre confine, bensì dal tipo di traffico radio che ne controlla le operazioni. Quanti non hanno molta esperienza con la sintonizzazione delle comunicazioni aeronautiche possono rimanere disorientati dall'uso dell'inglese che, apparentemente, domina le frequenze. Per rispondere al quesito che ci indirizzato un visitatore del nostro sito riportiamo di seguito una nota che fa luce sull'argomento.

  • Prevalenza della lingua inglese:
    Le rotte destinate al transito degli aerei passeggeri di linea quanto dei cargo (solitamente media ed alta quota) presentano un complesso sistema di gestione stante il gran numero di voli che impone una precisa temporizzazione ed uno scambio di messaggi dal significato univoco sia per il destinatario diretto che per gli altri piloti che stanno impegnando la medesima area. Dato che una frazione notevole dei veicoli ha provenienza internazionale l'uso dell'inglese è chiaramente giustificato, lo è anche nel caso il veicolo sia italiano poichè le direttive / avvisi facenti parti dei messaggi scambiati devono poter essere compresi anche da altri equipaggi che si trovano nella stessa rotta e/o livello di volo. I principali aeroporti così come i Centri di Controllo Regionale (ACC) che seguono questo traffico adottano pertanto la lingua universale per eccellenza, vi sono naturalmente eccezioni ma che nel complesso non mutano lo scenario. Da osservare che le rotte citate sono di tipo IFR, ovvero abbinate alla struttura di radio-navigazione strumentale.

  • Prevalenza della lingua italiana:
    Le rotte destinate al transito degli aerei privati e per tratti locali (solitamente a bassa e media quota) danno un certo grado di libertà ai piloti che concordano tempi e modi di passaggio direttamente con le stazioni a terra. La gran parte di questi veicoli così come gli equipaggi sono italiani, il personale nelle torri di controllo degli aeroporti minori ed i Centri di Controllo Regionale (ACC) limitatamente ai canali radio che seguono questi spazi impiegano la nostra lingua come naturale prassi con l'inglese ora al secondo posto. Da osservare che le rotte citate sono di tipo VFR, ovvero per il volo a vista e non strumentale.

L'italiano e l'inglese convivono dunque assieme sulla banda VHF di 108 - 137 MHz dove si svolge il traffico civile ma su frequenze distinte in relazione alle rotte e quote di responsabilità delle stazioni radio a terra. In altri termini un dato Centro di Controllo (Padova ad esempio) dispone di più canali radio con zone di competenza diverse e per questo adotta entrambi i profili descritti poco sopra, una data frequenza vedrà dunque messaggi quasi sempre in una lingua o nell'altra. L'appassionato che voglia avvicinarsi al mondo aeronautico rimanendo nell'ambito della lingua di Dante dovrà pertanto sintonizzare in modo opportuno il proprio scanner. Un ultimo appunto di validità generale, le rotte IFR vengono interessate da traffico aereo potenzialmente h24 mentre le rotte VFR per loro natura sono limitate alle ore diurne. Di notte pertanto è molto difficile ascoltare comunicazioni in italiano. Le bande aeronautiche militari sia VHF che UHF presentano invece una logica diversa, qui la distinzione linguistica trova regole e motivazioni direttamente legate alla natura degli spostamenti e delle missioni aeree.

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